Siamo tutti in attesa del 9 febbraio. E’ questa la data in cui si procederà con il primo voto sulla
Direttiva europea sull’efficientamento energetico. Norme che passeranno al vaglio della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del
Parlamento Europeo, che incentivano la
ristrutturazione degli immobili e la costruzione di nuovi più “green”. Oggi, come riporta l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, in Italia sono oltre 9 milioni gli edifici residenziali che non rispettano le prestazioni energetiche richieste: tutti questi saranno quindi interessate dalla norma.
Ma vediamo nello specifico cosa prevede questa Direttiva e quali sono le tempistiche da conoscere ed entro le quali, eventualmente, i proprietari dovranno intervenire sui propri edifici residenziali.
Direttiva europea sulle case: cosa prevedeDopo le ristrutturazioni con il Superbonus, ecco la direttiva europea sulle case “green”, che interessa 2 edifici residenziali su 3 in Italia. Una serie di norme che si pongono l’obiettivo di
ridurre i consumi energetici e le emissioni di biossido di carbonio da parte degli immobili per almeno il 55% entro il 2030. Ecco in sintesi cosa potrebbe cambiare per le case:
- entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali devono rientrare nella classe energetica E;
- entro il 1° gennaio 2033 gli stessi devono rientrare nella classe D;
- entro il 2050 emissioni zero.
- Sono escluse le case vacanza, i palazzi storici, i luoghi di culto e le abitazioni indipendenti inferiori a 50 mq.
Come migliorare la classe energetica e rispettare la Direttiva UENel caso in cui la direttiva dovesse essere definitivamente approvata e quindi applicata in Italia, allora tutti gli edifici dovranno essere adeguati alle norme stabilite. Per migliorare la classe energetica gli interventi immediati sarebbero:
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