Isolamento termico a cappotto: quando sceglierlo e quando evitarlo

Isolamento termico a cappotto: quando sceglierlo e quando evitarlo

isolamento termico

 

cappotto termico
Interno o esterno, l’isolamento a cappotto è una delle migliori soluzioni di coibentazione termica e, in specifici casi, anche acustica. Questo sistema multistrato, solitamente costituito da pannelli in lana di roccia, garantisce un efficientamento energetico notevole a edifici civili e industriali. Un isolamento sia dal caldo che dal freddo che permette, infatti, di ridurre i consumi, rivalutando così l’immobile, che passerebbe a una classe energetica superiore.

Questo sistema a “cappotto” permette di isolare pareti anche con materiali diversi tra di loro e viene scelto sia per nuove costruzioni che in caso di ristrutturazioni. Non solo, il cappotto termico risolve, spesso e volentieri, il fastidioso problema dei ponti termici in cui si verificano dispersioni di calore e si corre il rischio di muffe e condense.

Isolamento termico: i casi in cui sceglierlo

Prima del 1976, non esisteva alcuna legge che obbligasse la verifica termica degli edifici, pertanto molte strutture hanno ancora oggi un’efficienza energetica scadente. In questo caso, l’installazione di un cappotto termico risulterebbe un notevole miglioria, per il benessere abitativo e non solo.

Inoltre, è consigliato soprattutto villette monofamiliari e piccoli edifici residenziali, perché in questi casi sussiste una maggior libertà di movimento lungo tutto il perimetro dell’abitazione, pertanto risulta più gestibile, anche se ultimamente si sta diffondendo il cappotto anche nei grandi condomini.

Cappotto termico: i casi in cui si deve evitare

È chiaro che prima della realizzazione è indispensabile verificare la fattibilità dell’intervento. Pensiamo a un edificio storico: se la sua facciata non è modificabile, è impossibile procedere con la posa del cappotto esterno. Al contempo, all’interno di centri urbani, per la presenza di vincoli comunali, talvolta non è possibile intervenire con un cappotto esterno.

Succede spesso, inoltre, che non vi sia la minima continuità delle superfici affinché si possa creare un isolamento uniforme. In questo caso, spesso si procede con uno strato di isolamento interno, che tuttavia pone il rischio di creare ponti termici e riduce il volume delle stanze.

Se è vero che è possibile procedere con l’isolamento termico tra due strati strutturali, è anche vero che questo richiede una ristrutturazione dell’edificio molto impattante, quindi bisogna valutare bene se vale la pena.

È meglio evitare il cappotto, infine, quando i muri sono eccessivamente umidi, a meno che non si decida di optare per materiali non traspiranti.

In ogni caso, è bene affidarsi a dei professionisti esperti, perché, se non posizionato correttamente, il cappotto provoca ed estremizza la produzione di muffa. A tal proposito, è bene ricordarsi che il cappotto non può far nulla contro le muffe dovute a infiltrazioni o umidità di risalita, come nei casi di clima interno eccessivamente umido.

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