Cambiamenti in arrivo sul fronte edilizio a partire 2024. La prima novità, sostanziale è che dal prossimo anno
non esisterà più l’agevolazione al 110%, che verrà ridotta ulteriormente al 70% (quest’anno era stata fissata al 90%) e sarà valida solo per i
condomini. Per questi, insieme alle
villette unifamiliari, il superbonus resterà al 110% fino al 31 dicembre 2023 e solo per gli interventi con lavori avviati nel 2022.
L’unica eccezione, che consente di ottenere l’
agevolazione in forma massima è quella legata agli
interventi di riparazione o ricostruzione a seguito degli eventi sismici: questi possono godere del superbonus al 110% fino al 31 dicembre 2025.
Un altro cambiamento che desta particolare interesse è quello relativo alla
rivendita degli immobili. Nello specifico, viene stabilita una
tassazione al 26% delle plusvalenze sulle vendite delle case entro 10 anni dal termine della conclusione di lavori di superbonus. La tassazione è calcolata sull'intera plusvalenza e non su quella ridotta dal costo della ristrutturazione. Un’imposta del genere ha lo scopo evidente di scoraggiare la speculazione sull’agevolazione superbonus. Sono esclusi gli immobili acquisiti per successione o le “prime case”.
Attenzione anche alla
riclassificazione catastale. Per tutti gli immobili che hanno usufruito del 110% per le ristrutturazioni, determinando un aumento del valore, cambia la rendita catastale e le tasse che ne conseguono. L’aumento della rendita catastale, infatti, influisce sul calcolo ISEE e quindi sugli incentivi sociali e le imposte di registro in caso di rivendita.
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