L’amianto, pur avendo una struttura fibrosa con ottime proprietà di
isolamento termico ed acustico, è estremamente pericoloso per la salute, tanto che
legge 257/92 ne vieta la produzione e il commercio di qualsiasi prodotto che lo contiene.
Esistono diverse tecniche di
bonifica dell’amianto dagli edifici, tra queste il confinamento, particolarmente adottata in caso di amianto friabile. La bonifica dell’amianto con la
tecnica del confinamento può essere
statica o dinamica. Vediamo quali sono le differenze tra queste due diverse tipologie di confinamento, indispensabile per
eliminare ogni forma di esposizione da amianto nella propria abitazione o luogo di lavoro.
Confinamento amianto: come si realizza la rimozione di materiali friabiliIl confinamento dell’amianto viene realizzato attraverso l’
installazione di una barriera a tenuta o di una
sovracopertura isolante che “confina” e sigilla l’ambiente in cui è contenuto l’amianto dal resto della zona circostante. Si tratta di una procedura che viene effettuata post incapsulamento, al fine di evitare una
dispersione dell’amianto entro il confinamento.
Il
confinamento statico viene eseguito creando una
camera tecnica artificiale ermetica. In particolare, il confinamento, in questo caso, avviene tramite
polietilene, nastro adesivo e poliuretano espanso, fissato alle pareti, che separa l’area di rimozione dalla restante parte del cantiere. Nel caso di cantieri all'aperto, il confinamento statico viene spesso effettuato avvalendosi di teli ignifughi di polietilene separabili a parete e altri a terra, sigillati con collanti.
Il
confinamento dinamico, invece, non è altro che un
sistema di depressione provocata dall’installazione degli
estrattori d’aria all’interno dell’area in cui è presente
amianto, separata dal resto dell’ambiente dagli stessi materiali sintetici. Questo sistema consente un
notevole ricambio di aria e soprattutto una considerevole
diminuzione di amianto nell’area di lavoro, fino alla completa rimozione.
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